Le lezioni sono tenute dalla Docente e Artista di fama Nazionale Antonella Nanni, in arte “SALUA” (www.salua.it). Al termine dello Stage sarà consegnato a ciascun insegnante un attestato di partecipazione.
La danza della Melaya (scialle nero) è una danza folkloristica originaria della regione di Alessandria. L’abbigliamento è composto da una galabeya; abito lungo tradizionale, un mandil, un fazzoletto con ponpon che è sistemato sulla testa e la melaya. Con grande abilità la danzatrice riesce ad avviluppare intorno al corpo il grande tessuto nero eseguendo diverse varianti che a volte mettono in evidenza i movimenti del bacino e a volte quello delle braccia e dei passi mentre le mani trattengono la melaya.
Il velo viene usato come accessorio nella danza del ventre nel xx secolo ma senza avere alcun significato religioso. E’ un elemento molto sensuale che la ballerina utilizza per riempire la scena e per rendere la danza piena di mistero coprendo e scoprendo il corpo. La danzatrice può farlo roteare, può tenerlo sospeso in aria con ondulazioni delle braccia imitando le onde del mare, può lanciarlo verso l’alto per poi farlo posare adagio sul viso come una carezza, può nascondere o svelare parti del corpo durante movimenti sinuosi che seguono il taksim, accentuando la sensualità e il mistero della danza stessa.
Il Raqs Sharqi è il nome con il quale viene indicato lo stile egiziano “classico”, caratterizzato da movimenti sinuosi, raffinati, eleganti, sensuali e molto complessi. Le danzatrici indossano un abito professionale, composto da reggiseno e cintura rigida lavorati, dalla gonna e spesso dal velo, che contribuisce a rendere questa danza elegante e unica nel suo genere. Si distingue in tre diversi filoni: Balady, Shabi e Classico. Nessuno nel mondo arabo ignora OUM KALTHOUM: tutti sono d’accordo sul fatto che non ci potrà mai più essere nessuno ad eguagliarla. Ha cantato in tutte le regioni d’Egitto e in metà del mondo Arabo. Ha cantato per celebrare la fusione tra l’Egitto e la Siria, per il crollo della monarchia irachena, per la Palestina; ha cantato per le donne Libiche, ha cantato per gli uomini che lavoravano nei cantieri in mezzo al deserto, ha cantato per li contadino divenuto operaio, costruttore, soldato, uomo perduto strappato dalla sua terra. Ognuna di queste figure ha potuto sentire la propria sofferenza in quella voce; lei è divenuta la loro patria, le ha accompagnate e rassicurate.
Il primo approccio con la danza orientale avviene attraverso la musica per cui nello studio delle danze orientali un posto di primaria importanza è rivestito dal RITMO, il quale può essere definito la prima forma elementare di musica delle società primitive, musica che nasce dai suoni prodotti dalla vita quotidiana. Pertanto anche la musica, come la danza, volevano esprimere e rappresentare la gioia che accompagnava i momenti significativi vissuti dalla comunità. La DARBUKA è lo strumento principe della ritmica araba.